StorieDì Arte Quando i culti misterici si nascondono nell’Arte

14.09.2018

L'eredità dei culti misterici antichi, in particolare del neoplatonismo e dell'ermetismo, è un insieme di credenze e pratiche rituali dalla portata enorme e sconfinata. Spesso, come è noto a proposito della prassi dell'iniziazione misterica, tali alte conoscenze si sono espresse e tramandate nella forma di simboli e messaggi criptati, interpretabili solo da occhi esperti ed illuminati.

In quest'articolo abbiamo voluto selezionare solamente tre simboli misterici trasmessi ad esempio alla cultura dell'Arte Rinascimentale nella forma di immagini ricorrenti in opere di artisti noti, e che si sono nascoste all'ombra di letture critiche fuorvianti o poco azzeccate.

  • La scorticatura.

E' il caso di un'opera molto intrigante, l'Apollo e Marsia di Raffaello Sanzio, del 1508, stesso autore della celeberrima e discussa Scuola di Atente (immagine in copertina). Entrambe decorazioni della volta della Stanza della Segnatura nei Musei Vaticani.

Nell'immagine Apollo con la lira (a sinistra) sta per scorticare il satiro Marsia (a destra), legato ad un tronco d'albero. Nella punizione di Marsia, e dunque nella scorticatura, vi è l'emblema di una straordinaria conoscenza intrinseca al platonismo, che attribuisce a Socrate, nel finale del Simposio, le sembianze del satiro, e al pensiero di Dante: la morte per lacerazione della pelle sta alla redenzione dell'uomo dalla grettezza dell'esteriorità, allo scopo di far risplendere la luce abbagliante che brilla nell'anima umana (interiorità). Un simbolo del dualismo dunque tra corpo ed anima, tra trascendente ed immanente. Per fare un parallelo tra cultura pagana e cristiana, basti pensare alla sorte che la tradizione attribuisce al santo Bartolomeo.

La Scuola di Atene
La Scuola di Atene
Apollo e Marsia
Apollo e Marsia
  • Mors osculi: Il bacio della morte, o la morte per bacio.

Tantissimi sono i rilievi di questa immagine ritrovati sui sarcofagi di epoca romana.

Ad indicare il ricongiungimento dell'uomo col divino, il bacio della morte è il momento in cui culmina l'esistenza di un uomo che desidera espressamente elevarsi a Dio. Un'unione estatica col Dio: per i cabalisti e i neoplatonici era il simbolo di "un'iniziazione alla morte", concepita dunque come nuova vita.

Thanatos (morte) ed Eros (amore) diventano un tutt'uno.

Un esempio di Mors Osculi
Un esempio di Mors Osculi
  • Le Tre Grazie, o le Cariti della mitologia greca.

Goethe traspose il loro significato in versi di meravigliosa freschezza e felicità espressiva:

"Grazia noi portiamo in vita;

Grazia metti nel donare!

Grazia metti nel ricevere:

Dolce è voglia soddisfare!

Sia nei giorni de la pace

Grazia somma il ringraziare!"

Boccaccio, sull'argomento, dice che esse debbano dipingersi nude, una con la schiena rivolta verso l'osservatore, col volto in avanti, come se procedesse da chi guarda (cui corrisponde il significato di donare senza ostentazione) e le altre due col volto nel verso opposto (cui corrisponde invece il significato di ricevere e restituire: doppia garanzia dovuta per il beneficio concesso con umiltà).

Alle tre figure è associato così un senso di moto centripeto, essendo unite per le braccia o per le mani, a voler rappresentare un ciclo che torna su se stesso, quindi sull'umile donatore, che beneficia in ultima istanza proprio dell'originaria generosità di aver donato.

Le seguenti solo alcune delle immagini che riprendono il tema delle Tre Grazie, in opere come quella di Canova, Rubens, Correggio, Botticelli, Pico della Mirandola o di un affresco pompeiano.

Ugo Foscolo vi dedicò un carme, "Le Grazie" appunto.

E' ben evidente come tali simboli abbiano rivestito nell'arte e nella cultura di massa un ruolo tutt'altro che marginale. Soltanto un'attenta ricerca però è in grado di metterne in evidenza gli intenti. E' soltanto così che un'opera come La Primavera del Botticelli, una delle più celebrate del Rinascimento, possa apparire come "molto di più che una figurazione leggiadra e pittoricamente raggiunta", citando G. Dorfles. Tali opere sono da considerarsi invece degli autentici archivi di nozioni misteriosofiche. Che non si ripresentino forse anche nella cultura di massa? Un occhio più acuto potrà sicuramente notare similitudini e corrispondenze curiose.

Bibliografia:

W. Burkert, "Antichi culti misterici", Laterza, 1991

E. Wind, "Misteri pagani nel Rinascimento", Adelphi, Milano, 2012

di Giorgio Rico 

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