StorieDì Cinema La battaglia di Hacksaw Ridge, l'Eroe che non ti aspetti

14.10.2018

Il giovane Desmond Doss, nato e cresciuto in Virginia, è stato educato secondo la fede della Chiesa Cristiana Avventista del settimo giorno. Dal momento in cui, da ragazzo, stava per uccidere accidentalmente suo fratello minore Hal, mentre lottavano per gioco, rinsalda fortemente la sua fede nel comandamento di "non uccidere". A 23 anni soccorre un uomo rimasto ferito mentre riparava la propria vettura, accompagnandolo in ospedale. Qui incontra Dorothy Schutte, un'infermiera. Tra i due si instaura subito un rapporto di fiducia e stima reciproca e Desmond le confida il desiderio di intraprendere una carriera medica.

Desmond Doss nel film La battaglia di Hacksaw Ridge, interpretato da Andrew Garfield
Desmond Doss nel film La battaglia di Hacksaw Ridge, interpretato da Andrew Garfield
Desmond e sua moglie Dorothy
Desmond e sua moglie Dorothy

Una nube, densa e tremendamente scura, si addensava però sul mondo alla metà del XX secolo. La Seconda Guerra Mondiale incombeva e Desmond è determinato ad arruolarsi, nonostante fosse un "obiettore di coscienza", nonostante sapesse di non voler imbracciare un fucile per nulla al mondo. Vuole servire l'esercito come soccorritore militare. Suo padre Tom, turbato veterano della Prima Guerra Mondiale, è profondamente irritato dalla decisione del figlio, che, prima di partire per Fort Jackson, nella Carolina del Sud, chiede la mano a Dorothy, che accetta di sposarlo.

Doss, posto sotto l'addestramento del sergente Howell, si distingue presto nelle esercitazioni fisiche, ma è trattato da emarginato dai suoi commilitoni quando rifiuta di prendere in mano un fucile per sparare. Gli alti ranghi dell'esercito tentano di espellere Doss per motivi psichiatrici, ma uno dei superiori rifiuta. Da quel momento Doss dovrà subire ogni tortura psicologica e ogni affronto da parte dei comandanti, che sperano di scoraggiarlo e farlo dimettere di sua spontanea volontà. Viene brutalmente pestato dai suoi commilitoni, ma rifiuta di identificare i suoi aggressori, ammettendo di non trovare onore nella vendetta, e continuando tenacemente il suo addestramento.

Nel film si vede come, al termine della formazione di base, Doss, congedato, intenda sfruttare quel momento di libertà per sposare finalmente Dorothy. Il rifiuto di usare armi, però, gli causa un arresto per insubordinazione. Dorothy visita Doss in prigione e cerca di convincerlo a dichiararsi colpevole in modo che possa essere rilasciato senza accuse, ma Doss rifiuta di abiurare le proprie credenze. Al processo Doss si dichiara non colpevole. Sarà proprio suo padre Tom ad intervenire in tribunale citando una lettera di un ex comandante, che afferma che il pacifismo di suo figlio è protetto da una legge del Congresso. Le accuse contro Doss vengono così respinte, e lui e Dorothy riescono a sposarsi.

In seguito Doss e il suo plotone vengono assegnati alla settantasettesima divisione di fanteria e condotti sull'isola di Okinawa per aiutare la novantaseiesima divisione, incaricata di sorvegliare la scarpata di Maeda, nota come "Hacksaw Ridge". Nelle fasi iniziali della battaglia, durante la quale entrambe le parti sostengono pesanti perdite, Doss salva con successo diversi soldati, compresi quelli con lesioni gravi. Gli americani si accampano per la notte e Doss si ripara in una trincea con Smitty, uno dei primi commilitoni a chiamarlo codardo. Durante la cena Doss rivela che la sua avversione verso le armi nasce dopo aver puntato una pistola contro suo padre, che questi minacciava di usare su sua madre durante un episodio psicotico. Smitty si scusa con lui per aver dubitato del suo coraggio.

A confronto l'immagine reale e quella ripresa dal film della scarpata
A confronto l'immagine reale e quella ripresa dal film della scarpata

Il mattino seguente i giapponesi lanciano un contrattacco massiccio che spinge gli americani sul bordo della scarpata. Smitty viene ucciso e molti soldati, tra cui Howell e i commilitoni di Doss, rimangono feriti sul campo di battaglia. Doss sente le grida di agonia dei soldati morenti e decide di tuffarsi di nuovo nella carneficina. Schivando i colpi del nemico conduce i soldati feriti al bordo della scarpata e li cala giù con una corda. Senza tregua, stremato dalla fatica e dalla coscienza della morte, Doss continua a salvare compagni e addirittura nemici. Le decine di feriti creduti morti recuperati da Doss vengono condotti agli ospedali da campo, dove saranno soccorsi e salvati. All'alba Doss trova anche il sergente Howell e i due, sotto il fuoco nemico, uniscono gli sforzi per fuggire da Hacksaw Ridge. I giapponesi però al di sopra della scarpata cominciano a sparare verso il basso per colpire Doss, ma vengono sorpresi dagli americani, tornati per aiutare Doss a portare via i feriti.

Uno dei momenti del film in cui Doss si getta alla disperata ricerca dei compagni feriti per trarli in salvo
Uno dei momenti del film in cui Doss si getta alla disperata ricerca dei compagni feriti per trarli in salvo

Con i rinforzi degli americani le sorti della battaglia mutano, e i giapponesi fingono la resa, per poi lanciare un ultimo attacco suicida, durante il quale Doss riesce a salvare diversi commilitoni rigettando lontano le granate nemiche e rimanendo così ferito. Ciò nonostante, la battaglia è ormai vinta. Doss viene calato giù dalla scarpata su una barella sospesa, stringendo la piccola Bibbia donatagli da Dorothy.

Per avere salvato 75 soldati a Hacksaw Ridge, Doss riceve la Medaglia d'Onore dal presidente Truman, la più alta onorificenza militare statuintense. Fu il primo obiettore di coscienza a ricevere tale riconoscimento.

Morì il 23 marzo 2006, all'età di 87 anni.

La Battaglia di Hacksaw Ridge. Vedete questo film e un pezzo della vostra storia cambierà in eterno. Un film che colpisce, e affonda, fino a farvi sprofondare insieme ai protagonisti negli orrori di una guerra di cui stiamo perdendo la memoria. Una guerra molto simile a quelle combattute dalla maggior parte dei nostri nonni, quelle in grado di lasciare un segno indelebile nel tempo, di marchiare a fuoco l'uomo e i suoi posteri. Un film che ha tanto, davvero tanto, da insegnare, e che una volta per tutte imprime un nuovo forte sentimento nei confronti della Storia.

Anche se molto "americano", il suo messaggio è "universale". Ben calibrato, molto emozionante, forte, vero, sublime nel suo orrore, ma che sa essere dolce e a tratti divertente quando narra le vicende di vita reale e vissuta. Una storia vera, quella di un eroe straordinario. Un capolavoro di Mel Gibson, che non delude mai.

Perché è vero, non serve sparare per cambiare il mondo.

di Giorgio Rico

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