StorieDì Cinema Noi siamo i Peaky Blinders

20.02.2019

"Noi siamo i Peaky Blinders" - è così che Thomas Shelby, talvolta, prima di un qualche colpo da mettere a segno, carica gli animi della sua banda di Birmingham, dei suoi ragazzotti inglesi degli anni '20 del Novecento. Tommy è un capo carismatico, cinico, all'apparenza (va sottolineato) anaffettivo, incapace di provare empatia, interpretato nella serie Tv della BBC (2013), diretta da Steven Knight, da un encomiabile Cillian Murphy. E' con la stessa espressione che probabilmente si davano un tono nella gang giovanile realmente esistita, a cui l'omonima serie Tv, opera di fantasia, direttamente si ispira.

Cillian Murphy, nella serie è Thomas Shelby
Cillian Murphy, nella serie è Thomas Shelby

La storia, nel racconto cinematografico, inizia nel 1919, nella povertà della Birmingham del primo dopoguerra, dove si lotta per sopravvivere in un periodo particolarmente duro. La Prima Guerra Mondiale era da poco terminata, e l'Inghilterra ne subisce ancora gli effetti, soprattutto dal punto di vista politico, economico e sociale. Non si combatteva più in trincea, è vero, ma chi aveva combattuto, la trincea, se la portava nell'anima. Oggi lo conosciamo come disturbo post-traumatico da stress, all'epoca era "il mal di trincea". Un nuovo morbo che l'Europa e il mondo non sempre erano in grado di estirpare, e che ormai si era diffuso in maniera incontrollata a macchia d'olio. Per non parlare della dipendenza da oppiacei e morfina dovuta al ricorso che i soldati ne facevano in battaglia. E i fatti di "Peaky Blinders", con le sue atmosfere cupe, la pioggia inglese, lo sterrato delle vie cittadine e gli altiforni, ne sono uno specchio cristallino. Gran parte di essi sono circoscritti al quartiere di Small Heath, e protagonisti ne sono i membri della famiglia Shelby. Cosa sappiamo di questa banda? Diverse cose, e una su tutte: è esistita per davvero.

Classica scena di trincea: un solco nel terreno e nell'anima
Classica scena di trincea: un solco nel terreno e nell'anima
Tipico paesaggio industriale inglese
Tipico paesaggio industriale inglese

Secondo gli storici D. Cross e J. Douglas, il nome "Peaky Blinders" deriverebbe dalla pratica di cucire delle lamette da barba nella visiera ("peak" in inglese) dei cappelli, usati all'occorrenza come vere e proprie armi da taglio. Sappiamo tuttavia che, sebbene la Gillette avesse introdotto i rasoi di sicurezza intercambiabili nel 1903, questi fossero ancora "un oggetto di lusso" all'epoca, difficilmente usato in quel modo. C. Chinn sostiene invece che "peaky" fosse il soprannome del modello di cappello che indossavano i membri del clan. "Blinder" è invece un termine del dialetto di Birmingham, comune ancora oggi, che indica un aspetto tanto elegante da risultare accecante ("blind" in inglese). E' certo in effetti che la gang usasse un distinto stile di abbigliamento caratterizzato da cappelli con visiera, fazzoletto al collo e pantaloni a zampa di elefante. Stile simile a quello di un'altra gang, attiva a Manchester nello stesso periodo, conosciuta come "Scuttlers".

Nel 1870, nei quartieri poveri di Birmingham, dove regna il sovrappopolamento, è per forza di cose diffuso anche il ricorso alla criminalità per sbarcare il lunario. È quindi in un ambiente di violenza e miseria che nascono le prime bande della città; ben prima dei "Peaky Blinders", una gang di giovani fuorilegge dilagava già: la "Cheapside Slogging Gang", chiamata anche i "Cheapside Sloggers" ("I picchiatori di Cheapside"). Nel 1872, il Birmingham Mail scrive di come <<400 bruti hanno portato violenza indiscriminata nella zona di Cheapside, attaccando e rubando>>.

La prima apparizione del nome "Peaky Blinders" risale al 23 marzo 1890, quando a seguito di una rissa in un pub, il gruppo capeggiato da Thomas Mucklow assalta violentemente George Eastood, un abitante di Small Heath. Eastood viene gravemente ferito alla testa e dovrà subire un'operazione di trapanazione; nella stampa locale viene pubblicata il 9 aprile la lettera di un lettore che parla di un "assalto omicida" perpetrato dai membri dei "Peaky Blinders di Small Heath".

Harry Fowles, un membro della gang
Harry Fowles, un membro della gang

Da allora le attività criminose della gang si sono moltiplicate. Vengono segnalati per ogni sorta di attività illecita, dai disturbi dell'ordine pubblico al furto violento. La banda si distingueva per l'eccessiva aggressività e per l'uso ricorrente di armi improvvisate come forchette, coltelli o attizzatoi.

La serie Tv della BBC, disponibile anche su Netflix, mostra invece una storia di fantasia che si basa sui rapporti dei Peaky Blinders con altre bande locali, del loro coinvolgimento nelle scommesse illegali sulle corse dei cavalli, nei furti d'armi e molto altro, lasciando spazio anche al lato umano delle vicende, tra amori destinati a nascere ed altri a morire, tra gli ideali politici utopici dell'epoca e la brutale concretezza della realtà della vita, tra inganni e misteri, tra piani ingegnosi e fallimenti brucianti.

Tra le bande con cui Tommy Shelby dovrà vedersela c'è però quella dei "Birmingham Boys" (detti anche "Brummagems"), guidata da William "Billy" Kimber, anch'essa realmente esistita. Di lui sappiamo che nei primi decenni del Novecento riuscì a controllare gli ippodromi nel Midlands e nel Nord del Regno Unito, formando un'alleanza con i "Leeds Crowd". Dal 1845, l'unico gioco d'azzardo consentito in Inghilterra erano le corse, e grazie alle nuove vie di comunicazione gli ippodromi divennero facilmente raggiungibili da tutte le classi sociali. Per diversi anni, grazie alle corse truccate, Kimber fu molto probabilmente il più grande boss del crimine organizzato nella Gran Bretagna e ciò lo portò a scontrarsi con la mafia italiana, i "Sabini". Nel marzo 1921, i "Brummagems" prepararono un'imboscata ai "Sabini" al Greenford Park Trotting Track. Pochi giorni dopo, Kimber è stato colpito e picchiato a Kings Cross, a Londra, dopo essere andato a visitare i Sabini. La violenza stava aumentando, ma i Sabini presero subito il sopravvento quando 23 ragazzi di Birmingham vennero rinchiusi in seguito ad un evento particolarmente agghiacciante: la Epsom Road Battle, una clamorosa guerre tra bande avvenuta durante la giornata della Coronation Cup. La gara venne interrotta a causa di un taxi e da 60 uomini che si accalcavano sugli spettatori con asce, martelli e mattoni.

Insomma, ci sono tutti gli elementi in grado di rendere questa serie un vero capolavoro. Una fotografia mozzafiato, seppur semplice e non eccessivamente elaborata. Degli interpreti eccezionali. Uno scorcio storicamente interessante. Delle vicende accattivanti e dei personaggi carismatici e misteriosi. Ma siamo qui a darvi un consiglio: non giudicatela troppo presto. Piuttosto, lasciatevi trasportare dalla curiosità di andare oltre le apparenze. Peaky Blinders è un'opera che scava a fondo, nel cuore dell'uomo, e che fa un'analisi abbastanza verosimile di una realtà che ormai appartiene al passato, ma che non va sottovalutata, anzi, che andrebbe rivalutata per l'importanza che ha avuto per le generazioni attigue e per la cultura occidentale.

Bibliografia:

M. Bradley, Birmingham's real Peaky Blinders, BBC News, 12 settembre 2013

K. Corcoran, Victorian gang who terrorised the streets of Birmingham, in Daily Mail, 11 settembre 2013

P. Gooderson, The Gangs of Birmingham, Milo Books, 2010

C. Chinn, The Real Peaky Blinders: Billy Kimber, the Birmingham Gang and the Racecourse Wars of the 1920s, Brewin Books, 2014

P. Thompson, The Edwardians. The Remaking of British Society, Routledge, 1992

di Giorgio Rico

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