StorieDì Sport I Tre campioni: tra leggende del passato e miti del presente
Gli ultimi Mondiali di calcio, giocati in Russia nella calda estate del 2018, ci hanno dato dimostrazione del fatto, per l'ennesima volta, che tutto sommato rispetto al passato siamo rimasti sostanzialmente uguali a noi stessi.
Vi faccio un banalissimo esempio. Quante delle nostre città in Italia presentano nel loro impianto urbanistico un Teatro, che hanno ereditato o forse addirittura trasmesso da/a Roma?
Per capire esattamente di cosa parlo basterebbe visitare quello di Pietrabbondante (IS), in Molise, molto vicino al mio paese di origine. Straordinario oggi, figuriamoci alla sua inaugurazione tra la fine del II e l'inizio del I secolo a.C. Non si può non parlare a tal proposito del più grande anfiteatro del mondo, proprio lui, il Colosseo, in origine Amphitheatrum Flavium, situato nel centro della città di Roma e costruito tra 72 e 80 d.C.


Sarebbe estremamente straniante immaginare in quei luoghi una proiezione di un film sotto le stelle, di una partita di calcio, o addirittura un match giocato dal vivo. Eppure gli stadi che ogni anno si gremiscono di tifosi per la stagione calcistica, in tutto il mondo, ricordano molto fedelmente quello che si faceva per passione o per allietare delle giornate particolarmente dure quando si andava ad assistere ad uno scontro all'ultimo sangue tra gladiatori giunti a Roma dai confini della Terra, o ad una rappresentazione teatrale nel pieno delle gare poetiche della Grecia Antica.

In virtù di questa nota somiglianza, cui ogni professore di Storia dell'Arte probabilmente avrà fatto menzione per i propri alunni, quest'estate, tra una bevanda ghiacciata, qualche buon libro e una partita dei Mondiali di calcio, la mia mente ha iniziato a vagare nei meandri più reconditi della Storia ed è riemerso un episodio famoso e allo stesso tempo curioso della leggendaria Storia di Roma.
Mi sto riferendo naturalmente alla Leggenda degli Orazi e Curiazi:
Secondo quanto riportato da Tito Livio (Hist. I, 24-25), durante il regno di Tullo Ostilio (VII secolo a.C.), Roma ed Albalonga entrarono in guerra, affrontandosi con gli eserciti schierati lungo le Fossae Cluiliae (sull'attuale via Appia Antica), al confine fra i loro territori. I sovrani delle due città decisero tuttavia di affidare a due gruppi di rappresentanti le sorti del conflitto, per evitare eccessivi spargimenti di sangue. Gruppi composti rispettivamente di tre campioni, i più astuti e feroci. Roma scelse gli Orazi, tre fratelli figli di Publio Orazio. Albalonga i tre gemelli Curiazi. Da precisare vi è che secondo Livio non è certo che i due schieramenti fossero disposti così come elencati.
Iniziato il combattimento, quasi subito due Orazi furono uccisi, mentre due dei Curiazi riportarono solo qualche ferita. Il terzo Orazio, che non avrebbe potuto affrontare da solo tre nemici, trovandosi in difficoltà pensò di ricorrere all'astuzia e finse di scappare verso Roma. Come previsto, i tre Curiazi lo inseguirono, ma nel correre finirono per distanziarsi fra loro, per via delle ferite riportate nello scontro. Raggiunto dal primo Curiazio si voltò di sorpresa e lo trafisse. Riprese a correre e fu poi raggiunto da ciascuno degli altri due Curiazi, che però, essendo feriti, si stancarono: a quel punto gli fu facile, uno alla volta, ucciderli. La vittoria dell'Orazio sancì naturalmente anche quella di Roma, cui Albalonga si sottomise.
Alcuni ritrovamenti archeologici in realtà ci danno testimonianza di una guerra cruenta e dura tra le due città, cui seguì addirittura l'uccisione del re della compagine sconfitta, Mezio Fufezio.
Ma quindi cosa c'entra questa leggenda col calcio? Ho provato ad immaginare di dover decidere ora, nel 2018, in vista di uno scontro decisivo per le sorti della Storia come quello tra Orazi e Curiazi, tre persone, tre campioni, i più forti, tenaci e determinati, in grado di battersi all'ultimo sangue, in grado di spendere ogni energia, ogni goccia di sudore per difendere le proprie fila. Secondo voi chi sceglieremmo? Non andremmo forse a pescare tra i nuovi miti di oggi, tra i calciatori più instancabili, più determinanti e determinati, per esempio, di un'edizione del Mondiale?
Io l'ho fatto, e tremo solo all'idea:
Ci sono un croato (Mandzukic), un cileno (Vidal) e un russo (Dzyuba)...



Voi, appassionati di calcio e non, chi scegliereste?
In fondo, saranno pure passati migliaia di anni, ma restiamo sempre uguali a noi stessi.
di Giorgio Rico