StorieDì Storia Natale 1914, la tregua che sconvolse il mondo

22.12.2018

E' sul campo di battaglia

che si decide la vita

o la morte delle nazioni.

Sun Tzu

E' sul campo di battaglia che per lungo tempo si è decisa, e si decide, la sorte dell'uomo. Lo stesso campo di battaglia dove il genere umano smarrisce se stesso, perde l'amore, perde tutto, perde la vita. Lo stesso campo di battaglia dove la dignità ha valore solo di fronte alla possibilità di annientare l'altro. Un aut-aut cui non c'è modo di fuggire. E' sul campo di battaglia che si sono consumati i più atroci spettacoli di cui l'uomo fu allo stesso tempo protagonista attivo e passivo.

Accade però, alle volte, che in mezzo al frastuono di proiettili, mine, granate, grida di disperazione e febbrili attimi di morte, un sussulto riporti le cose a quella normalità ormai snaturata del mondo. Accade, ad esempio, qualche straordinario "miracolo". Qualcosa che, se non adeguatamente supportato da fonti autorevoli, potrebbe sembrare nient'altro che una favola.

Accade che, come dice P. Fussell in La Grande Guerra e la Memoria Moderna, quando nel 1914 l'Europa si trasforma in un grottesco teatro di guerra, con due enormi schieramenti a contendersi il destino dell'umanità, il primo Natale registra una calma assoluta nelle trincee. Tanto gli inglesi quanto i tedeschi osservano una clamorosa tregua per il giorno di Natale, incontrandosi nella terra di nessuno per scambiarsi sigarette, dolci, scattare istantanee o addirittura per giocare una partita di calcio. Tutto ciò in via assolutamente informale, non ufficiale. Non tardò ad arrivare infatti il richiamo perentorio dello stato maggiore, che proibì che la cosa si ripetesse di nuovo. Si andava dalla minaccia di corte marziale per chiunque avesse contatti con il nemico, all'idea di bombardare le trincee nei giorni precedenti al Natale. Per evitare che i soldati familiarizzassero col nemico fu deciso anche di spostarli in diverse zone del fronte.

Ypres, in Belgio, quel giorno, fu uno straordinario esempio di come il portato della Prima Guerra Mondiale, allora solo agli inizi, fu inaspettato o quantomeno difficilmente assimilabile per la neonata cultura novecentesca.

Il fronte più caldo, all'inizio, fu proprio quello occidentale (tra Belgio e Francia del Nord) dove inglesi, francesi e belgi dovettero contrastare l'avanzata tedesca. Dopo una disastrosa battaglia nei pressi di Ypres, a fine autunno gli eserciti si ritrovarono coinvolti in una guerra divenuta ormai di logoramento. La trincea era la nuova casa, fredda, sporca e puzzolente, dei soldati. La contesa si fece sempre più estenuante e intollerabile, e per questo furono inevitabili episodi di solidarietà, come quello del 25 dicembre 1914.

Bruce Bairnsfather, testimone degli avvenimenti, scrisse: <<Non dimenticherò quello strano e unico giorno di Natale per niente al mondo... Notai un ufficiale tedesco, una specie di tenente credo, ed essendo io un po' collezionista gli dissi che avevo perso la testa per alcuni dei suoi bottoni (della divisa)... Presi la mia tronchesina e, con pochi abili colpi, tagliai un paio dei suoi bottoni e me li misi in tasca. Poi gli diedi due dei miei bottoni in cambio... Da ultimo vidi uno dei miei mitraglieri, che nella vita civile era una sorta di barbiere amatoriale, intento a tagliare i capelli innaturalmente lunghi di un docile "Boche", che rimase pazientemente inginocchiato a terra mentre la macchinetta si insinuava dietro il suo collo".>>

Un altro testimone britannico, il capitano Sir Edward Hulse Bart, riferì che il primo interprete che incontrò nelle linee tedesche era originario del Suffolk, dove vi aveva lasciato la propria ragazza e la propria motocicletta; Hulse Bart descrisse anche <<una canzoncina terminata con un "Auld Lang Syne" che unì noi tutti, inglesi, scozzesi, irlandesi, prussiani, württemburghesi ecc. Fu una cosa assolutamente incredibile, e se l'avessi vista in una pellicola cinematografica avrei giurato che fosse una messinscena!">>.

Il tenente tedesco Johannes Niemann scrisse: "afferrato il binocolo e scrutato con cautela oltre il parapetto, ebbi la vista incredibile dei nostri soldati che scambiavano sigarette, grappa e cioccolato con il nemico".

"Quando addobbammo gli alberi e accendemmo le candele, dall'altra parte giunsero fischi di gioia e applausi [...]. Poi cantammo tutti quanti assieme" testimoniò invece il soldato tedesco Kurt Zehmisch, nel libro Silent night: the story of the World war I Christmas truce, il libro dello storico americano Stanley Weintraub che negli Anni '80 ricostruì la vicenda.

"Ho visto la cosa più straordinaria che si possa vedere: stavamo per sparare a quel tedesco [...] e poco dopo eravamo tutti in festa" scrisse il soldato inglese Dougan Charter in una lettera alla famiglia.

Sulla tregua di Natale del 1914 si sono spesi in tantissimi, vista la straordinarietà dell'evento. Si veda ad esempio il film Joyeux Noël del regista francese Christian Carion, candidato all'Oscar 2006 per il miglior film straniero; la pellicola inglese Oh! What a Lovely War di Richard Attenborough, del 1969. Paul McCartney ha dedicato al fatto la sua canzone Pipes of Peace; Mike Harding, in maniera incredibilmente fedele ed evocativa, narra la vicenda nel brano Christmas 1914.

Purtroppo quella tregua durò soltanto un giorno o poco più. Purtroppo quella guerra si protrasse per diversi, lunghi anni.

Un tedesco mi sussurrò con voce tremante: oggi abbiamo avuto la pace, ma da domani tu combatterai per il tuo Paese e io per il mio. Buona fortuna

George Eade, soldato inglese

Il nuovo anno, il 1915, era ormai alle porte, e la guerra riprese più dura che mai.

Bibliografia: 

P. Fussell, La Grande Guerra e la Memoria Moderna, il Mulino, Bologna, 2000

Geoffrey Reagan, Military Anecdotes, Guinness Publishing, 1992

S. Weintraub, Silent night: the story of the World war I Christmas truce, Plume, 2001

di Giorgio Rico 

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